IMMIGRAZIONE, centri di accoglienza straordinaria. Imperia, frodavano lo Stato “gonfiando” il numero di extracomunitari alloggiati

La Guardia di Finanza di Sanremo ha arrestato quattro cittadini italiani con l’accusa di frode, altre tre persone sono attualmente indagate a titolo di concorso. Sulla base delle risultanze investigative su 1,7 milioni di euro di fondi pubblici erogati per l’assistenza dei migranti, 1,3 sarebbero quelli illegalmente percepiti dagli accusati.

Attraverso la sovrafatturazione, resa possibile dall’interposizione fraudolenta di una serie di società di capitali, tra le quali figurava la Libra srl con sede a Cuneo, dai conti della cooperativa Caribu venivano drenati buona parte dei fondi erogati dal Ministero dell’Interno per l’accoglienza straordinaria dei migranti nella provincia di Imperia.

Le indagini della Guardia di Finanza di Sanremo, focalizzatesi  sule gestioni dei centri di accoglienza di accoglienza straordinaria sia della città dei fiori che della non lontana Vallecrosia, hanno portato nelle prime ore di stamane all’arresto di quattro persone e alla denuncia a piede libero di altre tre, alcuni soci occulti della finta cooperativa sociale, altri indagati a titolo di concorso nella commissione dei reati ascritti ai primi.

I militari delle Fiamme gialle hanno inoltre proceduto al sequestro preventivo dei beni dell’organizzazione che da anni gestiva i centri di accoglienza straordinaria (CAS) nella provincia di Imperia.

La finta cooperativa sociale di Cuneo aveva ottenuto la gestione del CAS di Sanremo nel luglio del 2017 e quella di Vallecrosia nel febbraio 2018, lucrando nelle forme del provento illecito una somma quantificata dagli investigatori della Guardia di Finanza in 1,3 milioni di euro su complessivi 1,7 milioni di euro di fondi pubblici erogati dal Ministero dell’Interno per il tramite della locale prefettura.

Le indagini, avviate nel novembre del 2017, che sono state coordinate dalla Procura della Repubblica di Imperia, hanno portato all’emersione la condotta – definita dagli inquirenti come «predatoria» – finalizzata all’appropriazione di buona parte dei fondi pubblici erogati per la gestione di 130 emigranti nei CAS mediante la fornitura di servizi previsti sulla base dell’appalto pubblico.

La pratica illegale si basava sulla quotidiana comunicazione alla prefettura di un numero di persone ospitate maggiore a quello reale e anche sulla sovrafatturazione dei costi di esercizio delle strutture, mai, o soltanto parzialmente, gravati sul bilancio di queste ultime.

Una volta ottenuti i rimborsi da parte della prefettura gran parte del denaro veniva dirottato sui conti correnti personali degli indagati o delle società a loro collegate, quindi utilizzato per spese personali o al fine di coprire con versamenti le rate di finanziamenti per l’acquisto di immobili anche nella stessa Sanremo.

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