Un commando di uomini armati ha attaccato un posto di blocco “Batal 14”, allestito dalle forze di sicurezza egiziane presso al-Arish, nel Sinai settentrionale. Gli scontri si sono prolungati nella mattinata e il bilancio finale è di numerosi morti, otto tra gli agenti di polizia e cinque tra i terroristi, che avrebbero persino tentato di sottrarre un mezzo corazzato ma sarebbero stati ostacolati dall’intervento dell’aviazione militare. Il successivo intervento dei reparti speciali dell’esercito, appoggiati dai jet da combattimento, è stato poi risolutivo nell’annientamento del gruppo armato jihadista.
In seguito è giunta la rivendicazione dell’azione da parte dello Stato islamico (IS), un comunicato è stato diramato nel pomeriggio attraverso alcuni account Twitter affiliati al network jihadista.
«I soldati del califfato – recitava – sono riusciti a far esplodere due ordigni esplosivi artigianali contro due veicoli del rinnegato esercito dell’Egitto nell’area di el-Medan, a ovest di al-Arish, provocandone la distruzione di uno e il danneggiamento dell’altro, oltre alla morte di tutte le persone a bordo». Tuttavia, un comunicato diverso ma con contenuti simili è stato invece diffuso anche da Wilayat Sinai, la componente dello Stato islamico nel Sinai.
La penisola del Sinai è divenuta ormai da tempo un’area instabile dove le forze di sicurezza del Cairo non hanno il pieno controllo del territorio e dove sono frequenti gli attacchi armati jihadisti contro obiettivi sia militari che civili. La situazione si è andata aggravando a partire dal 2013 dopo la deposizione del presidente Morsi e la messa al bando dei Fratelli musulmani.
Dura la presa di posizione ufficiale dei religiosi islamici egiziani. «I terroristi non saranno in grado di rubare la gioia degli egiziani per l’Eid el Fitr, la fine del Ramadan», ha infatti affermato Sheik Ahmed al-Tayyeb, il grande imam della moschea di al-Azhar, principale istituzione dell’islam sunnita.
In Egitto continua a permanere in vigore lo stato di emergenza, infatti, il parlamento del Cairo lo scorso 4 maggio lo ha rinnovato per l’ottava volta consecutiva dall’aprile del 2017, da quella domenica delle palme durante la quale venne compiuto un attacco terroristico contro due chiese cristiane che provocò la morte di quarantotto persone.
La disposizione speciale garantisce ampi poteri all’esecutivo, tra i quali la possibilità di intercettare e monitorare tutte le forme di comunicazione, imporre la censura e confiscare pubblicazioni di stampa, disporre il coprifuoco, ordinare la chiusura di organi di informazione e quella di esercizi commerciali.