WIKILEAKS, Assange. L’uomo dei segreti sta molto male: un’altra «patata bollente» per Londra?

La capitale britannica ricettacolo delle spystory. Ricoverato nell'infermeria del carcere di Belmarsh oggi le condizioni del fondatore dell'archivio Online più "scottante" del mondo si sono aggravate. Il giornalista e programmatore informatico non riesce più a parlare e quindi è saltata l’udienza prevista per oggi al tribunale di Westminster alla quale l’imputato avrebbe dovuto partecipare in videoconferenza

Il fondatore di WikiLeaks, Julian Assange, è stato trasferito nel reparto ospedaliero del penitenziario di Belmarsh, nel Regno Unito, dove è detenuto dal mese scorso dopo essere stato arrestato dalla polizia britannica. Lo riferisce in una nota la stessa organizzazione che su Twitter ha espresso «grave preoccupazione» per la salute del giornalista quarantasettenne.

«La salute di Assange era già molto peggiorata dopo sette anni trascorsi nell’ambasciata ecuadoriana, in condizioni incompatibili con i diritti umani fondamentali. Durante le sette settimane a Belmarsh, la sua salute ha continuato a peggiorare e ha drammaticamente perso molto peso. La decisione delle autorità penitenziarie di trasferirlo nel reparto ospedaliero parla da sé», si sottolinea nel comunicato. Tuttavia, fonti hanno riferito che il giornalista australiano ha ricevuto la stessa quantità di cibo degli altri prigionieri e mangia normalmente. Espulso lo scorso aprile dall’ambasciata dell’Ecuador a Londra, dove aveva vissuto per sette anni come rifugiato politico per evitare l’estradizione in Svezia dove era accusato di stupro, Assange sta scontando una pena di 50 giorni di carcere per violazione della libertà condizionata nel 2012.

Proprio oggi sarebbe dovuto intervenire in videoconferenza all’udienza sulla richiesta di estradizione presentata dagli Stati Uniti, che gli contestano 18 capi d’accusa, ma il legale Gareth Peirce ha spiegato al giudice Emma Arbuthnot che il fondatore di Wikileaks «era troppo malato» per partecipare. L’udienza di oggi davanti al tribunale di Westminster è la prima dal 2 maggio, quando le autorità Usa hanno presentato la richiesta di estradizione. La prossima è stata fissata per il 12 giugno.

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