AFRICA, Togo. Politica, incertezza e repressione. Eiademà non molla, vane le mediazioni internazionali con l’opposizione e l’incertezza politica acuisce la crisi economica.

(10MAR19) – Stallo della situazione politica in Togo, dopo un anno di mediazione delle organizzazioni internazionali tra il governo dell’Unir e i partiti dell’opposizione raccolti nella coalizione C14 non sono stati ottenuti risultati. Infatti, il clan Eiademà, che è al potere da decenni non ha fatto alcuna concessione. Il Togo vive un periodo prolungato di crisi che si è andata acuendo da due anni a questa parte, quando il 17 agosto del 2017 divampò la protesta nelle strade del piccolo paese dell’Africa occidentale, protesta duramente repressa dalle forze di sicurezza di Lomé di fronte all’impotenza delle organizzazioni panafricane e internazionali e ancora oggi l’instabilità riflette i suoi effetti negativi sull’economia nazionale. Si potrebbe affermare che tutto rimane come era prima, con l’Unir (Unione per la Repubblica) – erede del partito unico RPT, che ha detenuto il potere durante il periodo della lunga dittatura del tenente colonnello Etienne Eiademà – saldamente al governo del paese grazie al sistematico controllo dello Stato e dell’amministrazione in genere. Unir ha ricevuto una formale legittimazione dai risultati delle ultime elezioni legislative che hanno avuto luogo il 20 dicembre 2018, consultazione che gli ha attribuito 59 seggi sui complessivi 91 dell’Assemblea nazionale. Mentre soltanto sei seggi sono andati all’UFC, l’Unione delle forze di cambiamento, storico partito di opposizione agli Eiademà guidato Da Jill Christ Olympio, figlio del presidente e fondatore del Togo Sylvanus Olympio, assassinato il 30 gennaio nel corso di uno dei colpi di stato che hanno funestato il paese. Quelle dello scorso anno sono state elezioni molto contrastate e contestate, nelle quali l’esercito, 10.000 militari che hanno dimostrato di non avere neutralità politica, è stato schierato nelle strade durante la campagna elettorale contro le opposizioni nella cosiddetta “operazione Togo deserto”. Queste ultime, coalizzatesi nello schieramento C14, hanno deciso di disertare le urne lasciando campo libero alla formazione politica del clan al potere. Il risultato è che adesso le opposizioni non possono contare su loro rappresentanti in parlamento, facilitando quindi la ricandidatura del capo dello stato attualmente in carica alle prossime elezioni presidenziali. Per lui sarebbe il quarto mandato.

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