MONGOLIA. Crisi politica e deficit di democrazia: estromesso il portavoce del parlamento

 Le partecipate manifestazioni di protesta si protraggono dal novembre scorso. Sfiducia della gente nella classe dirigente e nei mass media, considerati poco trasparenti

(redazione insidertrend.it, fonte: “The Diplomat”) – Il 29 gennaio scorso, nel corso di una riunione straordinaria del parlamento di Ulan-Bator, la maggioranza dei deputati mongoli (43 su 65 presenti) ha deliberato l’esonero dall’incarico di Miyegombyn Enkhbold, portavoce dell’organismo unicamerale di rappresentanza. L’estromissione della personalità politica – in precedenza alla guida del Partito popolare mongolo, primo ministro e sindaco della capitale – è avvenuta dopo mesi di tensioni interne al Paese asiatico.

L’esonero di Enkhbold, coinvolto in molteplici scandali di corruzione, è il capitolo più recente di una lenta crisi caratterizzata dalla graduale ma costante perdita di fiducia dei cittadini nel loro governo, causata dal dilagante fenomeno della corruzione e dell’inefficacia nell’adozione di provvedimenti in materia di salute pubblica a fronte del pericolo costituito dal crescente livello dell’inquinamento atmosferico, registrato soprattutto nella capitale.

La decisione del parlamento è stata presa a seguito di numerose richieste di dimissioni fatte pervenire da entrambi i principali partiti, che, tuttavia, fino a ora non avevano avuto seguito a causa del perdurante rifiuto di dimettersi opposto dall’uomo politico. Allo scopo di esercitare pressioni su di lui, nell’ultimo mese sono state organizzate numerose grandi manifestazioni di protesta fronte all’edificio del parlamento, questo mentre oltre la metà dei deputati boicottava le sessioni plenarie, fermando così tutte le attività legislative per quaranta giorni.

La misura straordinaria resa possibile dall’entrata in vigore di un nuovo provvedimento legislativo approvato il 18 gennaio, che ha attribuito ai deputati la facoltà dell’esonero, una proposta di legge che era stata presentata i primi giorni del nuovo anno dal presidente Battulga, appartenente al Partito Democratico oggi all’opposizione.

Nel suo ultimo discorso da portavoce Enkhbold ha sottolineato gli asseriti pericoli che starebbe correndola democrazia nel Paese, dichiarando che la sua decadenza «è una giornata grigia nella storia del parlamento mongolo», auspicando inoltre che la legge varata per la sua estromissione non venga usata in futuro per cambiare la leadership al potere.

La reputazione dell’esecutivo attualmente in carica è messa in discussione da una serie di scandali di corruzione che hanno coinvolto i leader dei principali partiti politici, le cui piattaforme programmatiche sono sostanzialmente indistinguibili. Si prevede comunque che, anche dopo la nomina di un nuovo portavoce, la cui data con ogni probabilità cadrà all’inizio del mese di febbraio dopo il capodanno lunare, il duro confronto politico continuerà a mettere alla prova la giovane democrazia mongola.

La situazione, infatti, non si prospetta facile, poiché l’esecutivo, oltre a rallentare l’approvazione del bilancio e la discussione delle priorità per il nuovo anno, attraverso un disegno di legge presentato dal presidente Battulga tenterebbe di introdurre una normativa che minerebbe alcuni fondamentali principi democratici. Lo stesso Battulga ha anche ordinato l’avvio di un’inchiesta a carico dell’ex presidente Elbegdorj, in relazione alla negoziazione da parte di quest’ultimo di importanti accordi minerari durante il suo mandato.

Dalla fine di novembre i manifestanti avevano mosso le loro accuse a Enkhbold per via della sua implicazione in casi di corruzione per i quali le indagini giudiziarie sono ancora in corso. In particolare, l’ex portavoce del parlamento risulta coinvolto nel lungo e irrisolto caso di malversazione finalizzata alla vendita di alcuni uffici pubblici per un ammontare di 60 miliardi di tugrik (circa 22 milioni di dollari Usa).

Nella specifica circostanza Enkhbold non ha ricevuto accuse dirette a suo carico, tuttavia nel 2018 è risultato implicato nello scandalo del Fondo per lo sviluppo delle piccole e medie imprese. Dalle indagini è emerso che alcuni alti funzionari pubblici avrebbero concesso a propri parenti e amici somme di denaro che erano invece destinate alle imprese, fondi originariamente stanziati sotto forma di contributi per la compensazione dei settori dell’economia nazionale fortemente dipendenti dalle attività minerarie, nonché come stimolo dell’economia.

I suoi oppositori, presenti anche nel suo stesso partito, sostengono che egli sia al vertice di un gruppo di potere segreto composto dai personalità appartenenti a entrambi i principali partiti politici, una sorta di “cupola” nota in Mongolia come «manan» o «fog», termini che nel Paese sono divenuti sinonimi di un’oligarchia oscura. Per altro, nella lingua locale la parola manan è anche la risultante degli acronimi indicanti i due principali partiti politici, il Partito democratico e il Partito popolare mongolo. La serie di proteste popolari suscitate dallo scandalo delle piccole e medie imprese ha preso avvio nel mese di novembre, dopo che il primo ministro Ukhnaagiin Khurelsukh, compagno di partito di Enkhbold, ha evitato per pochi voti la sfiducia. Da quel momento ha accentuato la sua attività di comunicazione nel tentativo di distrarre l’opinione pubblica da sé deviando le critiche sul suo autorevole compagno di partito accusandolo di corruzione. Un argomento ampiamente sfruttato dagli organi di informazione, che non hanno mancato di coprire la notizia amplificandola, catalizzando in questo modo l’indignazione del cittadino medio su Ekhbold.

L’ultima grande protesta contro l’ex portavoce del parlamento si era svolta il 10 gennaio in piazza Sukhbaatar e – al pari delle precedenti, in particolare di quella svoltasi il 27 dicembre – aveva visto la partecipazione di decine di migliaia di manifestanti. Il sentimento negativo che permea la gente sono indice della crescente sfiducia nella classe dirigente al potere e della disillusione nei confronti dei mass media del Paese, che si caratterizzano per il loro complessivo ridotto livello di trasparenza.

 

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